Martedì 9 giugno 2020
Incontro del Consiglio Pastorale
COME LEGGERE QUESTO MOMENTO
ALLA LUCE DEL VANGELO
Una richiesta
Stiamo vivendo da mesi un tempo particolare.
La nostra vita, la vita della nostra comunità si è come fermata.
Sono cambiate tante abitudini.
È cambiato il nostro modo di vivere rapporti…
Sono cambiate tante cose….
È giusto, come Consiglio Pastorale, farci delle domande, rileggere alla luce della Parola di Dio questo tempo come “un tempo favorevole Kairòs)” per cogliere che cosa ha da dire a noi e alla nostra comunità.
È una lettura diversa da quelle che normalmente siamo abituati ad ascoltare che sono quasi sempre negative, alla ricerca di quello che non va…
Non dobbiamo lasciarci sfuggire questa occasione, e sentirci tutti accumunati dalla debolezza, dal limite, dalla paura… che abbiamo vissuto e che viviamo per cercare di capire ciò che il Signore ci vuole dire
Non interessa se facciamo fatica a capire, se rimaniamo senza parole, in attesa…. l’importante è lasciarci interrogare da questa situazione….
Come fare discernimento?
È necessario vedere, ascoltare, pensare…
Non chiudere gli occhi di fronte alla realtà, ma sentirci partecipi della storia che stiamo vivendo.
Oggi pensare è diventata un’operazione faticosa, difficile, ….
Se non si è capaci di silenzio, di solitudine voluta, non nemica, nessun discernimento è praticabile
Pensare domanda un allenamento, una lettura di quello che si vive, si sente, si soffre
È necessario partire dal cuore.
È il cuore sapiente che deve imparare a discernere …
Un cuore indurito non ascolta e quindi non discerne.
Il cuore va educato, custodito, illuminato… richiede una vera cura
È la Parola di Dio che illumina il nostro cuore
Il primato della Parola di Dio
Luce ai miei passi è la tua Parola (Sal. 118,105)
La Parola di Dio è luce alla nostra intelligenza, al nostro pensare, al nostro dire.
È la Parola di Dio che presiede ogni discernimento cristiano, ecclesiale
Scegliamo un brano del Vangelo che può farci da guida in questo momento.
Rileggiamo il brano di Vangelo che ha scelto Papa Francesco quella sera solitaria in piazza S. Pietro, quello della tempesta sedata ( Mc. 4,35-41)
35In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!».
Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Cosa dice questa Parola di Dio alla nostra comunità?
Lo sforzo è quello di restare sempre a galla e di camminare verso rinnovate e affascinanti scoperte.
I nostri punti di appoggio, la nostra barca, spesso l’abbiamo sentita fare acqua.
Anche noi, come i discepoli siamo stati tentati di incolpare Dio, perché latitante, quasi non gli importasse nulla dei nostri tentativi di rimanere a galla.
Perché siete tanto paurosi? Non avete ancora fede?
Non sapete che io sono con voi sempre fino alla fine del mondo? (Mt. 28.20).
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Il brano di Marco è davvero evangelico, cioè bella notizia, perché contiene in sé un eccezionale e profondo motivo di speranza: Dio può sembrare assente, ma in realtà è nella stessa barca con noi.
Lui solo è Dio, neanche la tremenda tempesta è più forte di Lui.
Dio usa la sua potenza proprio per combattere con noi ogni forza che tenta di schiacciare l’uomo.
Dio è più forte della crisi.
È importante che la comunità recuperi la speranza.
Dobbiamo essere persuasi che fenomeni dai quali siamo stati tentati soprattutto in questo periodo, quali il riflusso nel privato, il disimpegno sociale e politico, la critica e visione sempre negativa della situazione, il materialismo pratico, il chiuderci in noi stessi … siano tutti fenomeni che nascondono una mancanza di vera speranza….
L’unica vera paura è proprio quella di non avere la fede che genera la speranza.
Proviamo a interrogarci?
*La nostra comunità ha una fede così?
*Alla luce di questa Parola del Vangelo quale lettura possiamo fare della situazione che abbiamo vissuto
e stiamo vivendo
*Che cosa dice alla nostra comunità questo tempo?
*Quali valori siamo richiamati a vivere in questo periodo?
*È una comunità che genera speranza?
Abbiamo alcune questioni da vedere e da decidere
*come riprendere la vita della parrocchia
*una verifica sulla celebrazione delle S. Messe
*quando e come aprire il Santuario
*le date della prima Comunione e della Cresima
*quando celebrare una Messa per tutti i defunti di questi mesi
*altro…...