Oratorio Estivo 2018 - 13 aprile 2018

Comunita' educante

13 aprile 2018
ORATORIO ESTIVO 2018

 

Introduzione
È importante prenderci a cuore e riflettere sull’oratorio estivo di quest’anno.
Non lo dobbiamo dare per scontato.
È un’esperienza che interroga sempre la Comunità Educante e tutta la comunità.
È necessario riflettere e mettere a fuoco gli obiettivi che vogliamo raggiungere.
Vogliamo che sia un’esperienza educativa, che sia utile per i nostri ragazzi, che serva a disegnare il volto del nostro oratorio..
L’oratorio estivo non è solo un momento che raduna i ragazzi nel tempo della vacanza perché non hanno niente da fare.
Non è solo un servizio che viene fatto alle famiglie.
Dopo le diverse riflessioni che abbiamo fatto negli incontri della comunità educante, potrebbe essere utile, nell’oratorio di quest’anno,  lasciarci guidare da tre parole che possono diventare tre obiettivi da raggiungere: l’oratorio, una comunità; i ragazzi, dei protagonisti; la comunità educante, il soggetto dell’oratorio.
Proviamo a precisare queste tre parole.
Dobbiamo dare concretezza a queste parole, collocarle nel nostro contesto

L’ Oratorio, una comunità.
L’oratorio é innanzitutto uno spazio, una struttura, un fabbricato, delle  aule, un salone, un bar, una sala giochi, un cortile, dei palloni, il parchetto, i bagni ..….
Questo spazio è per tutti, deve essere di tutti
Dobbiamo rendere questo spazio un luogo educativo, con regole che educano
È importante che la struttura educhi, che tutti si trovino bene, che ci sia un rispetto per le cose, che sia un luogo pulito che tutti possono utilizzare …..
L’oratorio è soprattutto una comunità, cioè un luogo di vita, dove ogni ragazzo si sente vivo, si sente accolto, si trovi bene …..
Un luogo dove ognuno si sente come a casa; dove ogni persona è importante allo stesso modo; dove ognuno è accolto e rispettato nella sua diversità; dove ogni ragazzo è aiutato a voler bene e a volersi bene…..
In oratorio ogni ragazzo deve poter sentire che è rivolta a Lui la Parola che Gesù ha detto al paralitico: alzati e cammina ( Mc. 2,11)
Ogni ragazzo va aiutato a camminare verso una vita più bella.
I ragazzi non hanno bisogno tanto di cose, ma di fare amicizia, di volersi bene, di sentirsi fratelli
Non si accontentano i ragazzi con le cose, ma se riusciamo a far vivere rapporti di fraternità.
Ecco l’impresa che ci aspetta: fare dell’oratorio il luogo degli incontri

I ragazzi, dei protagonisti
I ragazzi devono diventare essere aiutati a diventare protagonisti della loro vita
Occorre fare innanzitutto  un’opera di bonifica, cioè risanare i loro rapporti, il loro modo di pensare,…
Il contesto nel quale tante volte vivono e che respirano non è sano.
La logica che tante volte respirano non li aiuta a crescere insieme, a non emarginare nessuno, ad essere attenti a tutti, soprattutto ad più debole, al più piccolo ….
Oggi si è spesso mossi da una logica individualista, bullista, di prepotenza…di affermazione di se.
I rapporti diventano  spesso faticosi …
Dobbiamo aiutarli a vivere una logica dove è bello vivere insieme, dove ognuno è conosciuto, rispettato, è aiutato ad essere se stesso, dove ognuno si sente accolto per quello che è nella sua diversità.
Dobbiamo aiutare i ragazzi a tirar fuori il meglio di sé, a diventare protagonisti nella loro vita.
È necessario creare nei ragazzi un senso di appartenenza per crescere

Comunità educante, il soggetto dell’oratorio
Diceva il card. Scola:  La comunità educante è l’insieme dei soggetti che, nella comunità cristiana si occupa in modo permanente dell’educazione delle giovani generazioni e propone ad esse … l’incontro vivo  con il Signore.
La comunità educante  è chiamata a fare dell’oratorio uno spazio, un luogo, un contesto educativo.
La comunità educante
deve aver cura che tutto in oratorio sia educativo: favorisce gli incontri, la conoscenza, la condivisione: ha cura anche del linguaggio, del  modo di vestire, del modo di comportarsi, della pulizia delle aule, del rispetto delle cose dell’oratorio.
Senza un contesto educativo anche la proposta più bella si perde nel nulla ….
La comunità educante è chiamata a verificare la bontà delle proposte educative.
Non dobbiamo dimenticare che la bontà di una proposta non dipende dal numero di persone che vi rispondono, né dal risultato finale dell’iniziativa, ma dagli obiettivi per cui l’iniziativa è stata fatta e come viene realizzata.

La comunità educante deve avere alcune attenzioni concrete.
1. Puntare sulle relazioni, più che sugli eventi.
Tessere rapporti è più importante che compiere grandi imprese.
Coltivare insieme una coscienza educativa è più promettente che potersi vantare di risultati ottenuti.
Tessere rapporti è più gradito a Dio e più efficace che avviare iniziative che attirano.
Ecco l’impresa che ci aspetta nel fare le diverse proposte: favorire gli incontri, la conoscenza, la condivisione per la passione educativa. Coltivare un tessuto comunitario che ha il suo centro nella Messa alla quale è importante trovarsi insieme.
2. Essere fedeli al pensiero di Cristo
Essere fedeli al pensiero di Cristo è più importante che cercare di non scontentare nessuno.
L’oratorio è chiamato ad accompagnare alla bellezza di conoscere Gesù e il suo Vangelo.
È importante non scendere a compromessi, non agire per attirare, ma per servire il Vangelo.
La regola del Vangelo è più utile alla vita che tante parole o iniziative che illudono.
L’oratorio deve ritrovare il suo volto, perché l’oratorio ha un volto , non deve scimmiottare  nessuno, né entrare in competizione con nessuno, né correre dietro alle attese del momento.
3. Introdurre nella vita della comunità cristiana

Non bastano i bei discorsi, perché l’educazione cristiana non si può ridurre a una lezione da spiegare .
Serve una comunità di persone che, vivendo la vita cristiana così come sono capaci, la rendano bella, desiderabile.  Un bel discorso non convince nessuno se non esprime la vita di una comunità che meriti di essere condivisa.
E’ necessario dare forza a un discorso comunitario;  lavorare insieme, condividere insieme valori proposte, impegni, attività …. Fare solo quello che piace crea solitudine.
4. Avere cura degli spazi
Occorre rendere gli spazi, soprattutto dell’oratorio, accoglienti, educativi.
Non è che in oratorio si possa fare di tutto e di più.
Lo spazio dell’oratorio non è per ogni cosa, richiede alcune attenzioni perché non perda la sua fisionomia educativa.  La cura dello spazio impegna l’oratorio a fare alcune scelte e a compiere alcune distinzioni.
5. Dare importanza al tempo

Occorre tenere in grande considerazione il tempo, occorre credere nel tempo.
Noi cresciamo nel tempo; il discorso educativo ha bisogno di tempo per crescere e portare frutto.
L’oratorio cresce nel tempo.
Occorre offrire una continuità accompagnando il cammino educativo.
È grazie alla ripetizione che noi apprendiamo.
Da un punto di vista educativo non ci si può limitare a iniziative episodiche.
Ci deve guidare la logica della parabola del seme.
Occorre seminare e saper attendere perché il seme di giorno e di notte cresce
            Il regno è come la semente che un uomo sparge nella terra … Intanto il seme germoglia e cresce, ed egli non sa affatto come ciò avviene. La terra da sola fa crescere il raccolto: prima un filo d’erba, poi la spiga e, nella spiga il grano maturo. E, quando il frutto è pronto l’uomo prende la falce perché è venuto il momento del raccolto  ( Mc. 4, 26-29)

N.B. Educatori non ci si improvvisa e nessuno può mai ritenersi arrivato.
I diversi adulti che a vario titolo operano e collaborano per l’oratorio estivo, devono sentirsi parte della comunità educante e quindi impegnati su questi punti.
La comunità educante è il luogo dove la parrocchia forma i suoi educatori.