I profeti di Israele - Catechesi Feb. 2014

Catechesi adulti

Catechesi adulti:
I PROFETI DI ISRAELE

 

Una introduzione
            Dopo aver precisato nel primo incontro  che “Parola di Dio” è una nozione ricca e complessa, con significati molteplici che si collocano a livelli diversi, vogliamo nei prossimi incontri cercare di conoscere più da vicino qualche pagina della Scrittura, cioè della Parola scritta.
Vogliamo cercare di conoscere più da vicino i profeti di Israele.
I profeti sono i grandi maestri di Israele.
Accostarli significa porsi al centro del messaggio biblico.
Colpisce il loro messaggio profondo e ancora oggi attuale, inquietante, contagioso per la sua forza di convinzione.
È un messaggio anche irritante, perché i profeti sconvolgono gli schemi, mettono in discussione le sicurezze che ci siamo costruiti.
Si capisce, allora, perché furono tutti incompresi, isolati, quasi sempre messi a tacere.

Il messaggio originale dei profeti
            I profeti sono stati spesso presentati come fautori di una religione interiore e individuale, ma quanto più si conoscono appare sempre più chiara la dimensione comunitaria e politica del loro messaggio.
            Ancora  più frequentemente si è pensato e si pensa ai profeti come a degli anticipatori del futuro o, secondo altri, come a dei portatori di novità, tali da potersi dire i veri creatori della religione ebraica.
Nessuno  dubita che i profeti abbiano approfondito la fede ebraica e che, quindi, le antiche tradizioni siano state successivamente rilette alla luce della loro esperienza.  ma concepire i profeti, anzitutto, come anticipatori del futuro e portatori di novità, significa tradire la loro originalità più profonda.
Ci domandiamo:quale è, allora, l’originalità dei profeti?
            Prima di avvicinare i singoli profeti e scoprire l’originalità di ciascuno, è utile, anzi indispensabile uno sguardo generale al profetismo ebraico.
Due domande ci interessano:
            * Chi è il profeta?
            * Da dove scaturisce la forza critica del suo messaggio?

Chi è il profeta?
        1. Il profeta è un uomo che vive di fede.
I profeti sono innanzitutto uomini di fede.
Non solo hanno predicato la fede, ma l’hanno vissuta.
Vale la pena di indicare almeno due atteggiamenti tipici del loro modo di vivere la fede.
            1) I profeti hanno accettato di condurre “un’esistenza segno”, di verificare in se stessi e di esemplificare per primi il messaggio che annunciavano. Ciò che annunciano lo vivono, lo rendono presente con la vita.
Per fare questo il profeta non ha paura di accettare l’isolamento e la solitudine, di vivere l’esperienza del popolo di Dio perseguitato, sofferente, messo alla prova.
            2) I profeti vivono quel tipo di fede difficilissimo, che consiste nel credere alla validità della propria missione, nonostante le ripetute esperienze di fallimento.  Il profeta non perde mai la speranza
       2. Il profeta sa leggere i segni dei tempi
Il profeta non è colui che anticipa il futuro.
È piuttosto colui che sa leggere nella trama degli eventi il disegno di Dio.
È colui che sa cogliere i segni dei tempi e sa interpretare il senso religioso dei fatti; sa vedere come Dio sta conducendo la storia.
            Un esempio: nel 539 a.C. Ciro conquistava Babilonia, liberava i deportati e permetteva ai Giudei di ritornare in patria.
Poteva sembrare un semplice cambiamento di politica, o un fatto di cronaca; ma il profeta va oltre il fatto come tale e al di là della cronaca scorge un messaggio di Dio:  è Jahvè che va a cercare il suo popolo e lo riporta in patria.  La fedeltà di Dio è più forte dell’infedeltà degli uomini.
Ecco la realtà profonda, il disegno di Dio che il profeta coglie dietro la cronaca. Il profeta sa leggere nella storia la Parola di Dio.
       3. Il profeta riconduce alla fedeltà dell’Alleanza
Il profeta non è solo un uomo che vive di fede e sa leggere i segni dei tempi. Il profeta è attento a ricuperare il messaggio religioso in tutta la sua purezza originaria e ricondurre la religione alla sua fonte primitiva.
Per questo il profeta reagisce alle interpretazioni accomodanti,  alle incrostazioni che gli uomini via via hanno aggiunto al messaggio di Dio..
Il profeta riconduce la fede al suo centro profondo e sconvolgente: il patto di Alleanza con Dio.
            Così il profeta finisce per essere rivoluzionario, non perché crea nuove idee, bensì perché sa ascoltare di nuovo, riporta il popolo ad ascoltare  la  Parola di Dio.
Rivoluzionario di fronte agli uomini, il profeta è, in realtà, silenzioso di fronte a Dio, in posizione di ascolto.
Ecco allora, in sintesi, le tre virtù del profeta biblico.
            1) Il profeta è un uomo capace di ascoltare la Parola di Dio, con un desiderio appassionante, alle volte perfino intollerante di fedeltà alla Parola.
            2) Il profeta è un uomo attento al proprio tempo, un uomo concreto, sensibile alle tensioni e ai problemi del momento, compromesso in tutte le situazioni.
            3) Il profeta è un uomo, libero, perché  fedele all’Alleanza, non attaccato a schemi prefabbricati, sempre aperto alle novità di Dio e della storia.

La forza critica dei profeti?
            I profeti tengono desta la speranza di Israele, lo costringono a guardare in avanti. Tolgono al popolo le false sicurezze che via via si costruisce, non gli permettono di diventare un popolo sedentario.
Ma da dove deriva questa forza critica dei profeti?
            1) La denuncia dei profeti parte sempre dalla fede.
Non parte da un discorso sull’uomo e sulla società, ma da un discorso su Dio e sul suo progetto di salvezza.
In questo senso i profeti rappresentano una sfida al nostro modo di pensare.
            Nella loro coscienza e nel loro messaggio è prevalente la dimensione verticale: sono interessati a difendere nel mondo lo “spazio” di Dio.
Ma è proprio per questo che diventano capaci di scorgere le contraddizioni degli uomini.
            2) Critici nei confronti della politica e della società
La critica dei profeti nasce da una precisa convinzione: il Dio che ha liberato Israele dall’Egitto è un Dio che ha accettato la storia e si è inserito in essa per realizzare un progetto che è suo e che sta al di là di tutte le concretizzazioni che l’uomo raggiunge. È un progetto che non si lascia imprigionare da nessuna legge, istituzione, ordinamento.
Questo induce il profeta a relativizzare i valori ( istituzioni, progetti, leggi …) e a lottare contro tutto ciò che vuole porsi come assoluto e definitivo.
Solo Dio è l’Assoluto.
I profeti hanno sempre reagito contro ogni forma di idolatria non solo religiosa, ma anche politica. Per questo i profeti sono sempre stati  critici nei confronti della politica e nei confronti della società.
Il loro criterio di giudizio in base al quale giudicano il proprio tempo ( società, religione, prassi) e ne denunciano le contraddizioni, non è mutuato dall’uomo o dal sistema vigente, ma da Dio. per questo la loro critica è liberatrice: non si chiude nel sistema, ma costringe, ma costringe il sistema a rimanere aperto.
        3) Critici nei confronti del culto
I profeti sono sempre stati critici anche nei confronti del culto.
Nel culto si rinnova l’Alleanza e questa è, contemporaneamente, alleanza del popolo con Dio e Alleanza delle tribù fra di loro.
L’Alleanza ha una dimensione religiosa e una dimensione politica.
Perciò fare il culto,  non è una questione di riti, di formule …., ma il culto ha un aspetto di conversione e di missione: impegna a costruire una fraternità e una società giusta
            Elemento fondamentale del culto ebraico è l’ascolto della Parola che impegna la vita e impone una direzione alla storia dell’uomo.
Fare il culto per i profeti vuol dire impegnarsi ad affermare la sovranità di Dio su tutta la vita e impegnarsi a realizzare il diritto e la giustizia.
            I profeti criticano il culto quando diventa un atto magico che dispensa dalla obbedienza all’Alleanza e dalla giustizia.
I Profeti non negano il culto, ma non vogliono vederlo profanato.
Le pratiche di culto sono a servizio dell’incontro con Dio che ama l’uomo ed il mondo, ed è impegnato nella storia.
Per questo i profeti non si sono limitati a ricordare che il culto non deve mai offuscare il volto del vero Dio, ma hanno anche sempre ricordato con forza che il culto non deve mai offuscare l’impegno verso l’uomo.
I profeti hanno sempre costretto il popolo a ricordarsi che nel Tempio abita  un Dio che è sempre molto interessato a ciò che succede fuori e che ci interroga sulla vita …

Proviamo a riflettere insieme
1) Proviamo a riflettere sull’importanza e sull’attualità della Parola dei profeti:
            * che cosa dice a noi, che cosa dice alla nostra parrocchia questa Parola dei profeti?
2) Su che cosa questa Parola interroga la nostra vita?
            il nostro modo di vivere la fede?  Di partecipare al culto?
            il nostro modo di pregare Dio?
            Il nostro impegno per il diritto e la giustizia?
            di prenderci a cuore i problemi degli uomini?

Aiutaci ad essere profeti
(Enzo Bianchi)
Signore, quant'è difficile essere profeta della pace!
Se alzo il dito verso un futuro gonfio di speranze,

            i realisti mi trattano da idealista;
e se lo abbasso sul presente affranto da sconfitte,
            gli utopisti mi tacciano di disfattismo.
Signore, donami il coraggio di accettare solo da Te

            la rude vocazione di profeta
            e di essere ogni volta un perdente tra gli uomini!
Signore, quant'è difficile accogliere l'evangelo della pace!
Signore, insegnaci a vincere la pace!

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